Metronomo per pianoforte, come si utilizza?
Cos’è il metronomo?
Il metronomo è uno strumento molto antico. Il suo nome deriva direttamente dall’antica Grecia ed è formato dalle parole métron (“misura”) e némo, “guido”, ed è usato quando si impara a suonare un qualsiasi strumento per misurare il tempo e permettere sia ai principianti che ai musicisti esperti di avere ben in mente la scansione ritmica di un determinato brano o partitura. Nonostante il termine sia classico, i modelli che conosciamo, anche quelli analogici, sono molto recenti e sono stati introdotti come supporto allo studio della musica circa 150 anni fa.
Quando lo andiamo ad osservare più da vicino, possiamo notare che quello analogico è generalmente formato da un’asta che si muove eseguendo un moto perpetuo oscillatorio, riproponendo un suono che assomiglia ad un click, un piccolo battito, che aiuta chi suona a eseguire il brano col ritmo corretto, senza accelerare o andare troppo piano.
I numeri di metronomo presentano una sigla MM, cioè Metronomo Mälzel, o la classica dicitura inglese BPM, che indica i Beats Per Minute (Battiti al Minuto).
Queste misure hanno un valore compreso tra 40 e 208 nei soggetti meccanici, mentre solo alcuni metronomi digitali o software audio permettono all’utilizzatore di impostare qualsiasi valore numerico e riprodurlo.
Impostare il metronomo non è particolarmente complicato: basta scegliere il BPM di un determinato brano, quando esso è presente su una partitura e iniziare la riproduzione del click. La versione analogica di questo strumento di supporto si attiva semplicemente dando la prima spinta all’asticella metallica, che comincerà quindi il suo movimento a destra e sinistra senza fermarsi. Nei digitali il processo è più automatizzato: si imposta il valore del battito e si attiva la riproduzione del click fino alla fine dell’esecuzione. Di solito in questi modelli può essere presente anche un ingresso jack dove poter inserire delle cuffie per permettere di ascoltare il click direttamente tramite questo supporto durante l’esecuzione.
Come funziona il metronomo?
Quando ci si appresta a suonare, occorre prima essere ben consapevoli di come funziona il metronomo. In particolare, quando si fanno prove di canto o di uno strumento particolare, attraverso questo particolare marchingegno non facciamo altro che allenare il nostro senso del tempo. Cosa si intende dire per senso del tempo? L’utilizzo prolungato di questo particolare strumento ci aiuta a migliorare sia a livello di tempi, riconoscere sin da subito la velocità di un brano a volte può essere d’aiuto anche a identificarne l’intensità. Per questo il bpm è da regolare in partenza.
Il funzionamento del metronomo si basa sulla legge fisica di oscillazione del pendolo: la sua asta ondeggia in relazione alla forza di gravità esercitata sul peso fissato alla sua estremità. Quando andiamo a spostare la posizione del peso, cambierà anche l’ampiezza dell’oscillazione che quando ha un raggio più piccolo sarà più veloce, mentre se presenterà un raggio più ampio sarà più lenta.
Convenzionalmente vengono inoltre stabiliti i BPM per la musica classica, in cui la velocità è spesso indicata da un aggettivo:
- Grave che è compreso tra 40-44 bpm;
- Largo/Larghetto circoscritto nei 44-50 bpm;
- Lento/Adagio tra i 50-60 bpm;
- Andante/Andantino tra 60-80 bpm;
- Moderato tra i 80-100 bpm;
- Allegretto/Allegro tra i 100-126 bpm;
- Vivace tra 126-144 bpm;
- Presto/Prestissimo che si articola tra i 144-208 bpm.
Il metronomo è dunque un supporto indispensabile per la corretta esecuzione dei brani musicali. Il suo utilizzo permetterà di seguire un ritmo costante, senza decelerazioni o accelerazioni di sorta.
Quando si suona il pianoforte, il metronomo deve essere generalmente posto nelle vicinanze dell’esecutore, senza dare intralcio possibilmente o rischiare di cadere rovinosamente sulla tastiera e bloccare così l’esecuzione di un brano o un esercizio. Utilizzare un paio di cuffie è molto utile, poiché permette a chi suona di non avere particolari ostacoli e avere sempre il suono riprodotto direttamente nei canali uditivi dell’orecchio.
Il metronomo analogico può inoltre dare indicazioni sul tempo anche solo con lo sguardo, perché il movimento descritto dall’asta in metallo può aiutare i soggetti più visivi ad andare a tempo, permettendo loro di migliorare così la memoria muscolare associandola a quella ottica. Anche il metronomo digitale, ha notevoli vantaggi quando si è al piano perché ha un volume regolabile che può essere impostato a seconda del suono del proprio strumento.
Esso andrà dunque impostato prima di eseguire una composizione, inserendo i bpm (o regolando il peso in quello meccanico) per poi iniziare a suonare.
Metronomo digitale o meccanico?
La scelta tra un metronomo digitale e uno meccanico è personale: c’è chi è, infatti, più affezionato all’estetica di quello analogico, al suo design semplice e ricercato che lo ha fatto generalmente considerare un oggetto di arredamento oltre che uno strumento musicale.
Molti strumentisti possono inoltre andare a tempo semplicemente osservando l’asta che si muove, come abbiamo detto in precedenza, ottenendo una scansione del tempo che delle volte è più visiva che sonora. I più pratici, al contrario, consigliano il metronomo digitale per il suo essere rapido da utilizzare, facile da impostare, spesso poco costoso (proprio perché viene considerato per quel che è, un semplice supporto allo studio) e altamente personalizzabile con l’inserimento di terzi e quarti e la possibilità di ricreare veri e propri ritmi come si usasse una drum machine compatta.
In generale tutti queste piccoli dettagli rendono il metronomo digitale molto appetibile e decisamente consigliabile, ma è comunque una scelta che è molto discrezionale, e va fatta a seconda delle attitudini di ogni singolo musicista, che magari può essere portato più o meno alla ritmica – anche se con la pratica si impara tutto!
Come si segue il metronomo
Quando si suona, è necessario concentrarsi più sul suono emesso dal metronomo e non la tua musica. Per questo occorre metterlo proprio in prossimità del pianoforte. Bisogna stare attenti nel sentirlo e praticamente suonare la canzone insieme a lui. Occorre un po’ di pratica e di tempo, ed è una cosa naturale: l’allenamento dell’orecchio e, soprattutto, del cervello non avviene in tempi brevissimi!
L’esercitarsi con il metronomo deve essere fatto per diverse ore, e prova dopo prova i risultati non tarderanno ad arrivare, e si suonerà sempre meglio andando a tempo con più precisione. È inoltre consigliata la presenza di un maestro che possa fornire le dritte necessarie e smussare le imperfezioni quando viene eseguito un bravo, facendo osservazioni sulle tempistiche e gli accenti. È comunque naturale sentirsi un po’ a disagio all’inizio, perché suonare esattamente a tempo con il metronomo – specialmente per i principianti – non è una cosa spontanea e si rivela essere un po’ complicato. Per questo motivo serve molto iniziare a suonare una nota per ogni click, cercando di stare attenti a suonare la nota esattamente nello stesso momento in cui senti il battito emesso dal metronomo.
In seguito, quando si ha una maggiore confidenza con il gesto e si riesce ad eseguire al meglio questo semplicissimo esercizio, si può procedere nel riprodurre due note diverse alla volta. Per chi inizia, questo processo è naturalmente più difficile del precedente ma i miglioramenti si potranno vedere già dopo qualche giorno o settimana di pratica. A quel punto si andranno a studiare anche tre e quattro o altri gruppi di note alla volta per ogni battito del metronomo.
Quando si migliora, si potrà passare addirittura a eseguire scale e arpeggi che sono utilissime da eseguire col supporto del metronomo per prepararsi così ad eseguire intere partiture o brani musicali. Esistono inoltre moltissime pubblicazioni e metodi che forniscono una serie di esempi e brani molto brevi che possono essere utilissimi a migliorare il rapporto col tempo che ha ogni singolo studente.
Parlando in maniera specifica del pianoforte, secondo molti insegnanti non bisogna esagerare nel suonare troppo tempo con il click in cuffia o nelle vicinanze, perché farlo costantemente può portare lo studente ad una sorta di assuefazione al suono del metronomo: In sostanza il pianista rischia di non sentirlo più o si distrae maggiormente quando invece avrebbe necessità di seguirlo, rischiando così di suonare fuori tempo e di testa sua, senza più avere coscienza del battito emesso dal metronomo.